La Prima di Novembre

Novembre arriva e si porta con sé l’autunno. È il giorno dei santi e la notte di Halloween ha portato tanta acqua sulle strade e sulle colline tra Bologna e Modena.
Poco prima delle otto non c’è un angolo asciutto in zona, le nuvole sono basse e regalano scenari, tanto spettrali, quanto autunnali.
Siamo passati dalle maniche corte del sabato prima alle felpe e ai giubbotti del venerdì dopo. L’umidità è penetrante, ma pedalare scalda il corpo e la dolce salita di via Monticello, che sovrasta la vecchia Bazzanese e guarda dalla destra MonteBudello, è ideale per le prime pedalate.
Villabianca da Marano è il passo successivo, e progressivo, per aumentare la difficoltà del giro e renderlo più bello. In buttata verso Castelvetro assaggiamo il primo freddo della stagione insieme alla meravigliosa bellezza delle colline del Lambrusco.
Aumentano i chilometri ed insieme le difficoltà, pedaliamo per questo e anche se il Cinghiale Cenacchi è abituato ad altre fatiche, anche lui apprezza la bellezza di questo pezzo di ovest emiliano e la salita vera di sette chilometri che passando affianco al crossodromo sale dispettosa, con i suoi strappetti improvvisi, fino ad Ospitaletto.
Passata da poche ore la notte di Halloween, in cima, sembra di essere ancora dentro questa tetra notte, con le nuvole che immergono tutto e i campi affianco la strada adornati di centinaia di ragnatele che la brina ha acceso come piccoli lumini cimiteriali.
Qui assaggiamo concretamente il primo freddo e solo un caldo caffè a Marano ci convince a salire nuovamente, questa volta verso Guiglia, con andatura moderata che attira chiacchere, ma che mai è blanda.
I Maurizi arrivano in cima insieme, come insieme sono da tutto il giro. Inseparabili e instancabili perché alla proposta di salire nuovamente verso MonteOrsello e dirigerci poi a Ciano  dai boschi, entusiasti, o quasi, convinti, o quasi, accettano e ci seguono a ruota. O quasi.
MonteOrsello e i boschi di Ciano, un salire dolce e una picchiata verso valle seguita subito dall’arrampicata verso i boschi con i suoi mangia e bevi che costeggiano il monte che per anni ha fornito legname minerali e lavoro a tutta la montagna modenese. 
Le gambe bruciano, fumano insieme al fiato che caldo buca l’aria fredda e umida. Tiola sarebbe una conclusione degna ma esagerata per l’ennesima bella e divertente pedalata in compagnia. 
Centodieci chilometri, 1500 metri di dislivello, tanta fatica come a noi piace fare. 

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