Corno Cimone e Cà Gabrielli.

Un giro fatto, un bel giro già fatto e ripetuto ad un anno di distanza. Gianluca non lo aveva mai fatto, Lorenzo invece mi aveva accompagnato nel 2018, anche se in teoria io avevo accompagnato lui e ora accompagnavo loro.


Con un'umidità che spostavi alzandosi sui pedali, pedalare tra sole e improvvise nuvole, scalando due tra le cime più alte e dure dell'Appennino Emiliano è stato come sempre e come sempre sarà emozionante.
Cimone fino all’ultimo centimetro di strada asfaltata a Pian Cavallaro e Corno alle Scale fino al bordo delle piste da sci, prima e ultima salita di una giornata tutta a salire.



Accompagnare Tognetti è come uscire con il cane, è sempre davanti a te, ma con Tognetti devi tenere il guinzaglio lungo, molto lungo.

L’intermezzo di una salita progressiva, un tratto di strada che chiamarlo sterrato è complimento tutto in falsopiano a salire, alcuni tornanti tra campi di grano e vecchi casolari ancora abitati e rampe impervie che mostravano la bellezza dell’Appennino Tosco Emiliano e la cattiveria che la gravità può mostrare quando punti verso l’alto.



Poi il ristoro finale, altro che pasta party, tartufo a gogò, cinghiale, salsiccia e vino rosso che scendeva a reintegrare il sangue stanco e spossato.

Le chiacchere fino a pomeriggio inoltrato a tavola sono un lusso che solo Cà Gabrielli di Alessandro Bonarelli possono offrirti senza spesa.
Il giusto finale di un giro in bici che dice 100 km e 3000 metri di dislivello, tutto partendo e arrivando a LaCá, la mia montagna!


Il BikeStudio non si ferma neanche ad Agosto.

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