La nostra Sportful!

La Sportful è la Granfondo più dura di Europa, se la gioca solo con la Marmotte, ma giusto perché il Croce d’Aune, che a mio avviso è molto più bello, però non è L’Alpe d’Huez.

Qualche anno fa a Pedavena, ormai arrivati, l’organizzazione inserì il Dente di Prem, una salitella di due chilometri scarsi con uno strappetto al dodici per cento. Non fu ben vista come cosa e fu tolta subito, poi fu cambiato il percorso spostandosi nell’Agordino e rendendolo ancor più duro dell’attuale e storico con il Manghen. 

Quest’anno per omaggiare il Giro in cima al Croce d’Aune, invece di iniziare la discesa, i Granfondisti hanno girato a destra affrontando i tre chilometri a quasi il dieci per cento del MonteAvena. Una deviazione, che per chi se lo ricordava, ha fatto mancare molto il dente di Pren.

Alla Sportful ormai si son visti tutti i meteo, dal sol leone di tre anni fa, alla Neve del Valles, quest’anno invece si son visti tutti i meteo in una sola edizione. Dal caldo della partenza, all’improvvisa grandine con crollo della temperatura a 4 gradi del Rolle, che molti ha messo in crisi e molti ha fatto ritirare.

Tra questi anche il nostro Fabio Fornacciari, ormai esperto della Sportful, che però sul Rolle ha detto che si stava meglio in Pullman. Le sue parole sono di delusione, ma anche di speranza perché il buon Fabio non si arrende mai:
“Dopo la doccia” e il freddo, poco dopo Bellamonte, ho deciso che la discesa sotto l'acqua in estivo la potevo evitare. Fino a quel momento però buone sensazioni e prima di attaccare la bici al chiodo un lungo lo finirò sicuramente."


Ma il Bike Studio si è comunque distinto anche in terra Feltrina con quattro atleti che hanno finito il lungo e tre di questi rimanendo sotto le 9 ore. 

Primo dei nostri Guido Frigieri che a forza di farla ormai non la può più sbagliare, arrivato 330°; poco distante Lorenzo Santarcangelo, per lo scalatore di San Lorenzo in Collina una condizione sempre in crescendo che fa ben sperare per la Gavia-Mortirolo di questa domenica.

Subito dietro un sempre indomito Alessandro Galluzzo che ci racconta la sua Sportful, come sempre in maniera simpatica, ma molto chiara:
“Quest’anno i pettorali ci hanno fatto partire molto dietro. No, anzi, proprio in fondo.
Guido mi ha detto la sua solita frase: Ale, quest’anno la facciamo assieme, ed io come al solito gli ho risposto: Sì, certo.
Per “misurargli  la febbre”, ho fatto la pianura iniziale di 20km fortino, ma non troppo ed effettivamente non è scappato. Sulla Cima Campo abbiamo fatto lo zig zag tra i 4000 ciclisti che avevamo davanti. Il ritmo era abbastanza sostenuto e quindi mortale. A 7km dalla cima se n’è andato.
Recuperato nella lunga discesa, si ricomincia subito con la salita, precisamente con una salita fantasma (forcella qualcosa, non indicata nell’altimetria).
Il caldo si fa sentire, anzi si era già fatto sentire a Feltre, e lo lascio andare via subito, non è giornata, ed il Manghen è lungo e duro, soprattutto nel finale. Il solito panorama mozzafiato ma devastato dai traumi dell’inverno.
La discesa con asfalto rifatto è bellissima ma molto affollata e merita attenzione. Si arriva a Predazzo molto velocemente e da lì inizia la salita per Bellamonte che porterà ad un bagnato e ghiacciato (grandine) Passo Rolle.
La discesa è (sarebbe) velocissima e lunghissima e passando da San Martino di Castrozza porta al fondovalle di Fiera di Primiero che, senza il gruppo giusto, può risultare molto fastidioso.
Inizio del Croce D’Aune, ormai lo conosciamo bene. Simpatico all’inizio, inchiavabile negli ultimi 3km. Bene, per quest’anno non era sufficiente, così hanno pensato di aggiungere il Monte Avena per “simulare” la tappa del giro… 3km al 10% medio! Che preso da solo non sarebbe nulla di male, o quasi, ma con oltre 4500 mt di dislivello e 190 km sulle gambe, è stato per me la botta definitiva.
Il resto è QUASI tutta discesa fino a Feltre.
Rimane sempre una bella soddisfazione finirla, con qualsiasi tempo.”


Ed è assolutamente vero, basta finirla per aver fatto una bella impresa. E allora il bravo più grande va ad Umberto Maresca che termina la dura prova Feltrina in undici ore e trentacinque minuti.

Grandi tutti, comunque, bravi e viva il Bike Studio!

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