Un giro verso la fine dell'autunno

Quelle mattine strane di autunno, il sole che saluta appena nasce, poi sparisce dietro nuvole che nella notte hanno bagnato tutto il mondo su cui pedalerai. L’indecisione su come vestirti, e la decisione successiva, sono sentimenti così personali che solo il mentre di una salita dolce e soleggiata, può capire se hai sbagliato vestiario oppure no.

La notte ha portato tanta acqua e vento che hanno reso le strade un mantello di foglie incollate all’asfalto.

Il primo tornante di San Lorenzo sembra un dipinto impressionista, i colori vivi delle foglie morte coprono il grigio dell’asfalto e ti fanno pedalare dentro una dimensione che di reale ha poco e niente. Ed è una dimensione bellissima.

Il sole non ha ancora bucato le nuvole, ma la sua forza la percepisci dai pochi raggi che illuminano le vigne ormai spoglie. L’aria sulle braccia è così fredda da farti tremare in discesa, e nella bassa il vento è capace di trasformare un drittone in leggera discesa in una salita brusca e infinita.

È quasi inverno ma San Savino è ancora vestita dei migliori colori dell’autunno. Il sole ha vinto la sua battaglia con le nuvole, aiutato dal vento che spazza via tutto e rende il cielo di un azzurro infinito. I raggi dorati sfumano i campi inzuppati dalla notte piovosa, ed è difficile pedalare guardando avanti senza perdersi in quell’opera d’arte che la natura trasforma ogni giorno a proprio piacere. 

MonteBudello sale tra i filari di Pignoletto dormienti accarezzati dall’aria, carezze dolci che nel fondovalle del Panaro diventano micidiali coltellate alle gambe e strette ad un cuore che vorrebbe un pò di riposo ma che non trova pace nei su e giù lungo il vecchio fiume.

Il ritorno allegro in una grossa compagnia e l’aria del Natale dentro a Marano, con il fuoco acceso e Babbo Natale che aspetta le letterine e anche un po' di vin Brulè per arrossarsi il naso.

Villabianca, dal freddo lungofiume alla calda e splendida salita tra gli ulivi, con quel tornante traditore a trasformarla in un minuscolo Stelvio, per poi lasciare spazio ai rapportoni con l’ultimo sforzo girando intorno all’Acetaia Sereni, fino in cima, lassù dalla Chiesina che domina Castelvetro.

Castelvetro, Levizzano, i paesi del Lambrusco alle porte dell’appennino, vestiti ancora di autunno nonostante il vento, con le sue folate, avvisi che l’inverno sta arrivando e anche di corsa.

Levizzano è il confine tra andata e ritorno, il castello in cima al colle a far da sfondo alle ultime pedalate in salita.

Poi la lunga cavalcata verso casa, le gambe che girano come il vento, che dispettoso, dopo una bella spinta, ti sposta a destra e a sinistra e ti prende per la testa frenando il tuo andare.

È la bellezza della bicicletta, mai niente, sempre tutto.

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