Est più Ovest, più che Ovest che Est

Un giro tutti insieme, trovandosi nello stesso posto o a metà strada.

Quelli dell’Ovest che si trovano ogni weekend tra Casalecchio, Riale e Crespellano e quelli dell’Est che si trovano tra San Lazzaro, Castenaso e Bologna.

Ad Est si trovano un poco più tardi, senza il cinghiale Cenacchi non si va da nessuna parte, forse, e lo aspettano fino all’ultimo. Da Castenaso a Pianoro per salire a Brento e a Monterumici, su quelle pendenze Cenacchiane che piacciono a pochi, per poi trovarsi con l’Ovest in fondo alla discesa.

Ad Ovest partono un po’ prima, o almeno si trovano un po' prima, perché Guido decide di presentarsi con poco copertone e tanta tela, e un bel foro a fargli da contorno. Vederlo provare a cambiare la camera d’aria è un film comico, muto e in bianconero, come quelli di Stanlio e Olio, che fa sbellicare dalle risate. Perdono tempo dietro a Guido, che per rimediare si mette a tirare.

Duecento metri e torna a casa, la ruota non regge, le tele non le fanno più come una volta.

L’aria non è fredda, ma in pianura neanche caldissima, ogni tanto snebbia e sembra di stare in un aerosol. Ad Ovest appena a Vado gli Ovest svoltano verso Monzuno appare il sole. Scalda come in una giornata di primavera è L’Estate di SanMartino che si fa sentire sui monti dipinti dei colori dell’Autunno.

All’incrocio per Brento l’Est non è ancora apparso, sono ancora all’inizio della salita e allora l’Ovest gentilmente ed eroicamente gli va incontro. Il muro di Monterumici preso da fermo è un coltello nelle gambe per molti e a Brento, una volta finalmente ricongiunti con l’Est, non vi è molta storia su che strada seguire. Est vorrebbe salire a Monterumici e Monzuno, Ovest vorrebbe scendere. Sono attimi brevi ma concitati, si occupa la sede stradale, chi passa pensa ad una manifestazione No-Tav nel posto sbagliato. Alla fine l’est per il ritardo accumulato deve piegare la testa e tutti insieme scendono sul Fondovalle e in fila indiana si si dirigono verso Loiano.

La salita verso Loiano dal Fondovalle del Savena è bellissima. Tutta al sole in Estate ci si scioglie, ma in una giornata splendida di Novembre è quasi un peccato farla a tutta tanto è il calore e l’energia che si riesce a raccogliere salendo. Ma la salita invoglia sempre alla battaglia e allora ci si separa in piccoli gruppi e ognuno la prende come meglio crede e come giusto che sia.

In cima Ovest ed Est si aspettano per i saluti, è qui che i gruppi si separeranno, ma non prima di un buon caffè.

Ma qualcuno scappa prima, le famiglie e gli impegni, giustamente, chiamano e al bar inaspettatamente si ritrovano solo quelli dell’Ovest. Più Cenacchi.

Il cinghiale spaesato e avvilito rimane solo per il rientro, ma preso per pietà, il buon Doriano, lo accompagnerà lungo la Val di Zena rientrando dalla città.

Perché, senza nessun forse, non si va da nessuna parte senza Cenacchi.
Capito Est?

Dall’alto un mare di nebbia avvolge Bologna e tutta la Pianura, l’Ovest che scende dalla Futa si gode uno spettacolo non nuovo, ma sempre incredibile.

È Livergnano a far da spartiacque tra il sole e la nebbia, il caldo e il freddo, l’Appennino e la Pianura.

Tuffarsi in quel mare di nebbia è come tuffarsi in un fiume di montagna in una giornata estiva.
Finché non ci si acclimata, la sofferenza è pura e dolorosa.

Mentre l’Est si è sgretolato lasciando il proprio leader in balia del vento, l’Ovest è rimasto compatto a fianco del suo Boss.

Pian Di Macina-Ganzole non è una salita impegnativa ma quando i chilometri si avvicinano ai Cento, dopo tanta discesa può diventare o drammatica, con cotte spaventose, oppure il perfetto trampolino di lancio per la Pianura finale.

Est più Ovest come primo tentativo di trovarsi insieme non è stato perfetto, ma quando ci si incontra in bici per divertirsi non è mai una brutta giornata!

 

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