Caldo veloce autunno

Ogni anno che passa, da un decennio a questa parte, l’autunno si veste dei migliori colori ma parla la lingua dell’Estate e fa respirare un’aria calda che non lascia spazio alla nostalgia di spiagge dorate e uscite smanicate. 

I manicotti rimangono nelle tasche e i Gabba negli armadi, (vero Ale?), la pioggia non fa paura e ci si affida alle previsioni che, dopo un attimo di paura, invece si confermano asciutte, anche se la strada è un fiume che rinfresca questo caldo inusuale.

La voglia di uscire è tanta ma le gambe gridano riposo dopo un anno di tante granfondo e lunghi giri. Ma siamo ciclisti e non siamo normali, il nostro riposo è fatto di tanti chilometri con poco dislivello ma sicuramente veloci. Sparvo-Castiglione è il giro ideale, e nonostante il tempo incerto siamo un bel gruppetto con i due nuovi arrivi Stefano e Mauro a fare il primo giro con noi.

Le nuvole sono imponenti, il sole ogni tanto sbuca ad illuminare l’autunno ed è un vero spettacolo pedalare in queste condizioni. Verso Castiglione il nero è pauroso, ma noi non ci facciamo intimorire, è troppa la voglia di pedalare ed è troppa la bellezza di questa stagione per tornare indietro.

Il vento è impetuoso, fa passare le nuvole sopra le nostre teste ad una velocità incredibile, rallentando invece la nostra e aumentando i nostri battiti, indurendo le gambe. 
La salita è meno calda di quel che potevamo pensare nel fondovalle, e il vento contro in salita è così fastidioso che nessuno decide di partire in solitaria a testare watt e pedalate e le chiacchere sono veloci come il vento.

Ci vorrebbe un caffè, Maurizio lo chiama più e più volte ma l’ansia di prendere l’acqua prende le nostre gambe e ci involiamo spinti dal vento verso Sasso.

Il caffè non arriverà mai mentre la media si alzerà nonostante il protagonista di giornata, il vento, sia crudele cambiando ogni tanto direzione e dandoci legnate alle gambe che nonostante tutto non ci toglierà la voglia di scalare anche Badolo.

Alle Ganzole ci dividiamo, chi farà i bellissimi colli Bolognesi e chi scende verso Sasso per l’ultima pianura verso Zola.

È autunno, non sembra ma le gambe se lo ricordano bene e girano leggere facendo far farita più alle chiacchere che a loro stesse.

E sono i giri migliori!

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