Dalla Neve allo Sterrato

Con un cielo grigio e la strada viscida dopo una notte umida ma dalla temperatura affrontabile, girare in bicicletta è nonostante tutto quasi confortevole. C’è chi è partito un pochino prima e arriva con qualche chilometro in più sulle gambe e una salita affrontata e chi si è scaldato tirandoci forte lungo la bazzanese per non arrivare in ritardo al ritrovo.

In fila indiana verso Monteveglio l’andatura è già elevata, le Granfondo Toscane sono in arrivo e Loris vuole cominciare ad avvicinarsi al ritmo gara. Zappolino velocissimo, ognuno con tutto quello che ha, il ricompattamento in cima e dritti verso Savigno e da qui si inizia a salire veramente verso MonteOmbraro.

Non si fanno tante chiacchere, Loris, Guido, Fabio e Francesco hanno un gamba  superiore alla media del gruppo e se ne vanno già ai primi tornanti. Dietro Simone è quello che soffre di più ma senza mai mollare, io Lorenz e Galluzzo saliamo insieme fin quasi in cima dove gli altri sono già arrivati da un po' e per non raffreddarsi scendono a prenderci. Guido nel salire è stato il solito esempio di perfetta tattica ciclistica Frigieriana. Va in fuga con Fabio poi rallenta e aspetta Capitan Nicoletti e una volta ripreso gli ci si mette a ruota da perfetto gregario, e da perfetto gregario in cima gli tira la volata staccandolo. Alta scuola di ciclismo. Guido è Guido.

Più si è saliti più la neve a lato strada è cresciuta, in alcuni punti ci sono veri muri. Cresciuta la neve abbassata la temperatura, le guance pungono e senza guanti non ci si può più stare. Ci dirigiamo verso Zocca ma alla rotonda scendiamo verso Rocca Malatina senza però mai arrivarci, perché un chilometro prima svoltiamo a destra per salire a MonteCorone.

Il paesino, nascosto tra i monti Modenesi, immerso nella neve sembra un presepe. Saliamo veloci anche qui, Loris è incontenibile, Fabio e Francesco anche, provo a rimanergli a ruota e ci riuscirei se non fosse che mi immagino una foto che poi voglio assolutamente scattare. Mi fermo, scatto e riparto, altra foto più avanti e riparto di nuovo, praticamente i due chilometri di salita li ho affrontati in modo ripetute.

In cima chi era partito prima torna verso casa, mentre in cinque saliamo questa volta veramente a Zocca, scendiamo a Semelano e risaliamo verso il PassoBrasa da Montalto.
Salita dura, che scende raramente sotto il dieci percento, non provo neanche a stare dietro ai quattro compagni d’avventura che poi mi aspettano qualche minuto sulla statale. Piano oggi non ci si va, e per arrivare a Bocca dei Ravari ci si inventa una cronometro a squadre dove però tirano in due, Loris prima e Francesco poi. Rocca di Roffeno , Passo Sella della Croce, Acqua Cerelia, Tolè. Guido comincia a sentire la fatica, lo aspetto e insieme raggiungiamo gli altri al bar a CàBortolani.

Il rito del caffè prima di salutarci, Loris scende da solo verso Savigno e noi sempre con il cuore alto scendiamo verso Monte Pastore, Calderino, Zola e infine Casalecchio. Qui il saluto è definitivo, anche se io ho ancora un’asperità da scalare.
Un’idea cresciuta nel tempo e finalmente realizzata. Affrontare uno sterrato con la Bici da corsa. Un muro mentale che già lo scorso anno avevo provato ad abbattere quando Loris ci portò a fare il passo Fangacci dal versante ghiaioso e alla Granfondo di Arezzo con i meravigliosi otto chilometri di strada bianca dell’Alpe di Poti.

Ci vorrebbe un post intero solo per descrivere questi ultimi tre chilometri, dopo centodieci affrontati e quasi duemila metri di dislivello, della strada sterrata dei Marescalchi che da Casalecchio portano fin quasi a Monte Capra. Mi limiterò a dire che non ho bucato, non ho graffiato la bicicletta e che in cima la soddisfazione è stata pari alla conclusione di una Granfondo importante.

Portare le ruotine da strada sullo sterrato si può, non è una bestemmia, è un ritorno alle origini delle grande imprese dei Campionissimi del ciclismo, è pura emozione, è vero pedalare.

Ed è vero pedalare un giro come questo con un chilometraggio granfondistico, 120-140 km, un dislivello considerevole che sfiora i duemila metri e con un ritmo gara di tutto rispetto, circa i 27 di media, considerando poi che siamo solo neanche a metà febbraio.

La Toscana si avvicina, noi ci avviciniamo alla Toscana.

Arriverà la Primavera e si scioglierà la neve.

E noi ci  saremo. 

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