Conquistato il San Pellegrino in Alpe.
Doveva ancora sorgere il sole dietro a Mont’Ovolo quando presi a scendere verso Vidiciatico. Sbagliando, avevo risparmiato un po’ di spazio e avevo deciso di non prendere l’antivento. L’aria era cambiata, il caldo si era fatto da parte e aveva lasciato passare un’aria più fresca, che nello scendere verso Fanano irrigidiva i miei muscoli e le mie articolazioni. Un cervo prima e un capriolo poi attraversavano la strada a scendere dopo la Masera, mentre il primo raggio di sole svegliava Sestola. Il fondovalle velocissimo e i ragazzi pronti ad aspettarmi al Boschetto, pronti, ma forse non prontissimi, alle prime salite che gli avrei fatto fare. Il muro di Olina che costeggiava dall’alto lo Scoltenna, e la salita verso Vaglio, trovarono inaspettate le forze nelle gambe dei ragazzi. Per la prima volta eravamo più di tre e tutti con la divisa del team, era bello girarsi e vedere la fila verde che salita, arrancava ma non demordeva, su quelle arcigne pendenze.